Credit Agricole sale al 15% in Banco Bpm
Credit Agricole sale al 15% in Banco Bpm, rendendo ancora più interessante ciò che sta accadendo nel settore bancario in queste ultime settimane.
Cosa sta facendo Credit Agricole
Sembra quasi che il comparto si sia scatenato e al centro della maggior parte delle attività vi è Banco Bpm. Sia attivamente che passivamente. Con molta probabilità Giuseppe Castagna, ad della banca di Piazza Meda non si aspettava una simile decisione. Almeno da ciò che è possibile evincere da indiscrezioni stampa.
Quel che è certo, per il momento, è che Credit Agricole ha rafforzato la sua partecipazione all’interno dell’istituto portandola dal 9,2% al 15%. E da quel che si sussurra chiederà poi l’autorizzazione per arrivare fino al 19,9%. Attenzione: ha sottolineato che non vuole lanciare una offerta pubblica di acquisto.
Ricordiamo che non molto tempo fa è stata lanciata da Unicredit, nei confronti di Banco Bpm, una offerta pubblica di scambio che è stata considerata ostile dalla banca di Castagna. Si tratta ovviamente di un tentativo di acquisizione che non piace molto ai soci. Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, secondo la stampa starebbe cercando di convincere proprio i soci di Credit Agricole a sostenere il suo tentativo.
Si sussurra nel settore che il numero uno di Unicredit viaggerà verso Parigi il prossimo 20 dicembre proprio per incontrare Philippe Brassac, il suo corrispettivo francese. Dobbiamo in tal senso ricordare che tra la banca di Orcel e quella francese è presente un accordo inerente Amundi. Quest è la società di gestione del risparmio gestito di Credit Agricole di cui la banca italiana è distributrice dei prodotti.
Le conseguenze già tangibili
Alcuni analisti considerano la decisione di Credit Agricole di salire nel capitale come una mossa ostile nei confronti di Unicredit. Altri pensano che sia semplicemente un modo per guadagnare di più nel caso in cui si opti per una adesione all’Ops. Quel che è certo è che si tratta di una mossa molto interessante e, a quanto pare, non priva di conseguenze.
Soprattutto nel mondo politico visto che secondo molti tale azione farebbe svanire il sogno dell’acquisto di Mps da parte di Banco Bpm come desiderato dal vicepremier Matteo Salvini. Lo stesso che ha dichiarato come “un’eventuale acquisizione di Unicredit, che è molto poco italiana, di Bpm significherebbe chiudere, licenziare, allontanare, soprattutto in terre come la Lombardia dove Bpm ha tantissimi sportelli, la banca dai territori, dalle imprese, dalle famiglie e dagli artigiani”
Non a caso il leader leghista avrebbe invocato, da parte dell’Esecutivo, l’uso del golden power per fermare l’eventuale acquisizione da parte di Unicredit. Una ipotesi, a quanto pare, non gradita nemmeno da alcuni alleati di Governo.