Mps, fusione con Bpm insieme a del Vecchio e Caltagirone
Mps è al centro delle attuali cronache bancarie. E questo dipende in buona parte dal collocamento del 15% del capitale finora in mano al ministero del Tesoro.
Mps e investitori importanti
Qualche giorno fa è stato lanciato il collocamento e contestualmente annunciato l’acquisto del 5% di Mps da parte di Banco BPM che già ne possedeva una discreta percentuale. Con esso anche l’acquisto da parte della sua controllata Anima del 3% del capitale di Mps, il cui annuncio è arrivato a stretto giro dall’OPA della banca su Anima.
Chi si è aggiunto alla partita per quel che riguarda Mps? Due interlocutori ben conosciuti al mondo finanziario, dato che parliamo di Caltagirone e Del Vecchio. Il primo è praticamente rientrato all’interno del capitale di Mps acquistando il 3,5%: la stessa quota bloccata dalla Delfin dii Del Vecchio.
È evidente che si sta preparando un assetto decisamente interessante per Monte Paschi di Siena. Soprattutto tenendo conto che negli ultimi mesi l’istituto bancario toscano è stato in grado di sistemare efficacemente tutto ciò che l’avrebbe resa appetibile a eventuali soci.
E la cessione di questo 15%, così distribuito, sembra esserne la dimostrazione più chiara. Il fatto che siano intervenuti Del Vecchio e Caltagirone avrebbe allontanato la possibilità di acquisto di capitale da parte di Unipol. La quale sembrava essersi interessata alla banca toscana lo scorso ottobre. In particolare l’ingresso di Caltagirone potrebbe portare anche alla sistemazione di alcuni problemi legali come quello sorto lo scorso aprile.
Investitori approvati dall’Esecutivo
A ogni modo è evidente che la collocazione del capitale, in questo senso, sembra essere più che approvata anche dall’Esecutivo, che si sussurra non avrebbe gradito tantissimo l’ingresso di Unipol. A prescindere infatti dal parere positivo espresso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si pensa avrebbero potuto verificarsi dei problemi di consenso provenienti dall’elettorato sostenitore del Governo
È comunque innegabile che la gestione del capitale attuale di Mps veda l’intenzione dello Stato di allontanarsi dall’Istituto. Come è giusto che sia. Lo Stato è infatti intervenuto a suo tempo affinché la banca non andasse in default, ma è palese la necessità di svincolarsi man mano che questa trova nuovamente la sua via.
Al pari di quel che sta succedendo con altre realtà nelle quali l’Esecutivo ha cercato di salvare la situazione. Lo abbiamo visto negli anni anche con l’ex Alitalia. È importante comprendere che in alcuni casi, a prescindere dal colore politico, salvare la situazione può portare a meno sofferenze, piuttosto che lasciare che tutto salti. Soprattutto per quel che concerne l’occupazione.