Quei ragazzi nascosti in piena vista
Save the Children ha pubblicato, alla fine del 2024, il suo rapporto sui Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), dedicandolo all’esame dei problemi che fronteggiano al passaggio nell’età adulta. Diventare maggiorenni pone delicati problemi a qualsiasi ragazzo o ragazza, ma se è un MSNA può trovarsi di fronte a problemi serissimi. Uscito dai programmi di accoglienza, deve affrontare subito la ricerca di un lavoro e di una casa ed il percorso, sempre impegnativo, lo è in modo particolare per chi non ha ricevuto un buon supporto e si è dovuto misurare con un sistema che non risparmia difficoltà. Il Rapporto ci aiuta a individuare queste difficoltà e a pensare a soluzioni che rendano, per i MSNA, il raggiungimento della maggiore età un traguardo carico di speranza e non una penosa barriera sul proprio percorso di vita. Analizziamo i principali contenuti del Rapporto partendo dai dati.
I dati. Secondo il Rapporto, nel 2023, circa 55.700 minori (+58% rispetto al 2022) sono entrati nei sei Paesi considerati le porte della “Fortezza Europa” (Grecia, Italia, Bulgaria, Spagna, Cipro e Malta) e 35.500 (64%) erano non accompagnati o separati.
I giornalisti di Lost in Europe stimano che tra il 2021 e il 2023 siano scomparsi oltre 51.000 MSNA in 30 Paesi europei, in media 50 al giorno.
Per quanto riguarda il nostro paese, nel 2023 sono arrivati 152.890 migranti via mare, di cui 18.820 (12,4%) minori non accompagnati. Nel 2024 gli arrivi sono diminuiti: al 5 dicembre erano 63.537, di cui 7.879 minori non accompagnati.
Tra il 2014 e il 2024, hanno raggiunto l’Italia via mare 127.662 MSNA, in media 11.600 all’anno. Al 30 ottobre 2024, in Italia ne risultano 19.215 di cui l’87,7% maschi.
La Tab. 1 mostra i principali paesi di provenienza dei MSNA (in totale si tratta di circa l’84%).
Tabella 1: MSNA presenti in Italia a ottobre 2024 per paese di provenienza
Di interesse è la loro composizione per età, riportata nella Tab. 2
Tabella 2: MSNA presenti in Italia a ottobre 2024 per età
Quindi, molti sono vicini ai 18 anni e dovranno intraprendere un percorso difficile di inclusione, a causa della lentezza nella regolarizzazione dei permessi di soggiorno e dei ritardi nella tutela. Ma esaminiamo brevemente la normativa.
Le norme. La più importante disposizione riguardante i MSNA è la Legge 47 del 2017, concepita per garantire diritti e assistenza adeguata ai minori. La legge prevede il divieto di respingimento ed espulsione, un sistema di accoglienza specifico, la concessione del permesso di soggiorno per minore età, l’affiancamento da parte di un tutore volontario, il diritto alla istruzione e alla salute, il diritto all’ascolto. Tutto questo termina al raggiungimento dei 18 anni, a meno che non ci siano le condizioni per il prosieguo amministrativo, fino ai 21 anni, con un permesso di soggiorno “per integrazione”. Altrimenti, i neomaggiorenni non accompagnati possono ottenere un permesso di soggiorno per studio, lavoro autonomo o subordinato (Testo Unico sull’Immigrazione, art. 32, co. 1-bis e 1-ter). Per ottenere la conversione del permesso di soggiorno, è necessario aver svolto prima della maggiore età un percorso di integrazione e frequentare, al momento della richiesta, un corso di studi oppure avere un lavoro retribuito conforme alla legge italiana (o un contratto, anche se il lavoro non è ancora iniziato). Ai fini del rilascio del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni è necessario il parere del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Dal 2017, però, la normativa è cambiata.
In caso di numerosi arrivi di minori, il D.L. 133/2023 consente alle autorità di effettuare rapide misurazioni antropometriche o radiografiche per determinarne l’età, previa autorizzazione della Procura per i minorenni. L’esito, con margine d’errore, va notificato entro 48 ore e può essere impugnato entro cinque giorni. Se mancano strutture temporanee, il prefetto può collocare provvisoriamente i minori che sembrano avere più di 16 anni in sezioni dedicate di altri centri, per un massimo di 90 giorni.
Il D.L. 20/2023 ha ridotto a un anno la validità del permesso di soggiorno per occupazione dopo la conversione e il D.L. 133/2023 demanda la verifica dei requisiti previsti dalla normativa vigente ai fini della conversione ai consulenti del lavoro e alle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello nazionale. La nuova disposizione, prevede, inoltre, la revoca del permesso di soggiorno in caso di sopravvenuta insussistenza dei requisiti.
Dall’arrivo alla maggiore età: un percorso frammentato e una corsa contro il tempo. Se un minore arriva in Italia senza documenti, il primo passo è l’accertamento dell’età; i due successivi sono la nomina di un tutore legale, e il rilascio del permesso di soggiorno. La procedura per la nomina di un tutore è, in realtà, lunga e complessa. I tutori volontari per i minorenni iscritti nei tribunali sono solo 3.783, con grandi differenze territoriali.
L’assenza o il ritardo nei documenti ostacola l’inclusione dei giovani, creando incertezza e riducendo le loro opportunità di lavoro, servizi, e formazione.
Inoltre, il sistema di accoglienza è frammentato tra diverse competenze: il Ministero dell’Interno gestisce, tramite i Prefetti, la prima accoglienza e i CAS, mentre la seconda accoglienza è affidata agli Enti locali, che operano nel SAI o in strutture educative con supporto finanziario ministeriale.
Il sistema SAI, aggiornato al 30 ottobre 2024, conta 208 progetti per MSNA, per un totale di 5.976 posti, in calo rispetto ai 6.150 del 2023 e decisamente insufficienti.
L’esito è che gli operatori lavorano sotto pressione e malgrado ciò i tempi tra la verifica dell’età, l’ottenimento dei documenti e la nomina del tutore si allungano in una misura che può essere insostenibile per un adolescente. Per quanto riguarda l’apprendimento dell’italiano e l’istruzione – essenziali per la futura autonomia – non esiste una raccolta completa e affidabile di dati sull’inserimento scolastico dei MSNA. Nel 2023, tra i 6.027 minori stranieri non accompagnati accolti nel SAI, 3.894 erano iscritti a percorsi di scuola secondaria di I e II grado e di Istruzione e Formazione Professionale. Il Rapporto aggiunge che spesso i MSNA “accedono all’offerta formativa solo a seguito dell’inizio dell’anno scolastico e generalmente vengono iscritti nei centri per l’istruzione degli adulti (CPIA) anziché nel sistema scolastico ordinario, con conseguenti limitazioni alle loro opportunità di socializzazione con i coetanei”.
Di fondamentale importanza per l’autonomia sono i tirocini lavorativi. Nel 2023 i MSNA erano 6.027, ma nel sistema SAI sono stati attivati 1.453 tirocini e borse lavoro (27 ragazze e 1.426 ragazzi). Al termine, 492 minori (4 ragazze e 488 ragazzi) hanno ottenuto un inserimento lavorativo.
“Nel corso del 2023 – si legge nel Rapporto – 11.700 neo-diciottenni sono usciti dal sistema di accoglienza e protezione. Nello stesso anno i permessi rilasciati a seguito di conversione dal permesso per minore età sono stati 1.366, di cui la maggior parte (1.254) per motivi di lavoro subordinato”.
Per garantire l’autonomia, il sistema di accoglienza dovrebbe assicurarsi che i minori in dimissione abbiano tutti i documenti necessari. Ritardi burocratici rendono la transizione all’età adulta complessa, mettendo a rischio un futuro stabile e vanificando gli investimenti nell’accoglienza e nella formazione.
La gestione emergenziale. Le migrazioni non sono una emergenza, ma un fenomeno oramai strutturale. Purtroppo, l’approccio emergenziale caratterizza sempre più marcatamente il modello di gestione italiano. Al 30 settembre 2024, il 25,7% (4.069) dei minorenni accolti si trovavano accolta presso i CAS minori gestiti dalla Prefetture. La nuova normativa consente alle Prefetture anche l’inserimento temporaneo di minori over 16 in centri per adulti, per un massimo di 90 giorni (al 30 settembre 2024, è stato fatto per 252 minorenni) che però solleva preoccupazioni per la sicurezza, data la possibilità di promiscuità. La legge 47 promuove l’affido familiare come soluzione prioritaria per i MSNA rispetto al collocamento in struttura. Tuttavia, questa pratica è ancora poco diffusa. A giugno 2024, solo il 21,5% dei minorenni accolti in Italia era in affido familiare, e l’87% di essi erano di nazionalità ucraina.
Dal 1° gennaio al 30 settembre 2024, ci sono stati 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture. Il 75% dei minori è rientrato, mentre il 25% (circa 1.650) è uscito definitivamente, aumentando i rischi. Gli allontanamenti precoci complicano la ricerca, poiché mancano dettagli per identificare i minori.
Fragilità e salute mentale. Il Rapporto documenta che nel 2023, tra i MSNA nel sistema SAI, il 2% ha mostrato segni di disagio mentale e il 2,1% ha subito tortura o violenza. Le minori sono particolarmente vulnerabili: il 17,5% è vittima di tortura e il 13,7% di tratta; per i maschi le percentuali molto più basse (1,3% e 0,7%).
Le raccomandazioni. Di fronte a questa preoccupante situazione, il Rapporto si rivolge a tutti i soggetti coinvolti nel sistema di accoglienza con una serie di puntuali raccomandazioni i cui effetti sinergici permetterebbero di instradare tutti i minori che giungono in Italia su un percorso di accoglienza, protezione e inclusione che li accompagni fino all’età adulta, con il sostegno della comunità.
Il Rapporto rivolge agli Stati Membri dell’UE l’invito a favorire il ricollocamento, visto come intervento di solidarietà, garantendo la priorità ai MSNA, e ad agevolare il ricongiungimento familiare. Raccomanda al Governo italiano di stralciare le nuove misure introdotte nel 2023 in tema di accertamento dell’età e conversione dei permessi di soggiorno e di dare nuovo ampio respiro alla L. 47/2017.
Al Ministero dell’interno, il Rapporto chiede di potenziare la capacità di accoglienza dei centri SAI; alle Prefetture, di assicurare una formazione specifica, che prepari gli operatori a lavorare con le particolari fragilità che caratterizzano i MSNA. I Comuni vengono invitati a prediligere l’istituto di affidamento familiare come strumento preferenziale nell’accoglienza dei MSNA. Alle Regioni si raccomanda di facilitare e agevolare l’accesso al Servizio Sanitario, con particolare riferimento ai servizi che si occupano di salute mentale. Ai Garanti per l’infanzia e l’adolescenza regionali viene rivolta la raccomandazione di curare la formazione continua dei tutori volontari. Ai Tribunale per i Minorenni viene chiesto di garantire nomine dei tutori in tempi utili a tutti i MSNA. Il Parlamento viene invitato a proporre e adottare una legislazione che definisca normativamente la professione del mediatore interculturale, prevedendo anche la costituzione di un albo e di un codice deontologico.
Per favorire l’inclusione scolastica e formativa, promuovere l’autonomia lavorativa e abitativa, i Ministeri del Lavoro, dell’Economia, dello sport e dell’istruzione vengono incoraggiati a favorire azioni di inclusione, ognuno per la materia di competenza.
Importanti le raccomandazioni rivolte ai Tribunali per i Minorenni, affinché garantiscano che le richieste di prosieguo amministrativo siano valutate nell’ottica di perseguire la soluzione di lungo periodo migliore per il buon esito del percorso finalizzato all’autonomia; al Governo di istituire un fondo di garanzia per i neomaggiorenni in uscita dal sistema di accoglienza che permetta loro di avere un supporto nel percorso verso l’autonomia; al Ministero dell’Interno di consentire in tempi rapidi, una volta raggiunta la maggiore età, la conversione del permesso di soggiorno per minore età in altri tipi di permesso di soggiorno, anche in assenza di un passaporto in corso di validità, ed evitando lungaggini amministrative che non dipendono dai ragazzi.